Ossuccio è un piccolo paese che si trova in una famosa zona del Lago di Como denominata Zoca de L’oli, per via delle acque molto tranquille, “lisce come l’olio”. Prima del 2014 era un comune italiano di 973 abitanti, mentre ora è compreso nel Comune di Tremezzina. Paese molto antico, databile in età preromana, è caratterizzato da antiche chiese e percorsi in mezzo alla natura, che attirano ogni anno sempre più turisti.
STORIA
Lo sviluppo del paese risale all‘epoca romana, durante la quale la località si configurò come pagus (distretto rurale). Questo è testimoniato dai ritrovamenti nella chiesa dei Santi Agata e Sisino di un’ara votiva romana, databile tra il II e III secolo d.c. Durante il medioevo fu dipendente dal grande centro militare e religioso dell’Isola Comacina, a più riprese coinvolta in diversi conflitti armati. Si fronteggiarono prima Longobardi e Bizantini seguiti dai Franchi e Longobardi fino ad arrivare al terribile scontro fra i Milanesi e Comaschi. In queste lotte tra Comuni e tra Comuni ed Impero, l’abitato nell’isola andò distrutto nel 1169. Durante i secoli finali del Medioevo la località venne coinvolta, insieme agli altri paesi del Lario, nelle vicende tra Rusca e Vittani, Visconti e Sforza, Francesi e Spagnoli. Tristemente celebre fu il saccheggio e incendio di Ossuccio nel 1416 da parte dei soldati di Lotario Rusca, signore di Como.
CHIESA SANTA MARIA MADDALENA in OSPEDALETTO
La chiesa venne costruita intorno al XI secolo in stile romanico. Anche se non particolarmente grande, questo edificio presenta una particolarità divenuta simbolo del Lario: il campanile. E’ divenuto celebre per la sua guglia in stile gotico-moresca sovrapposta in un secondo momento al campanile romanico in pietra. La cella campanaria è sporgente rispetto al fusto ed è arricchita da decorazioni ad archetti pensili e bassorilievi tondi figurati, realizzati in terracotta ed altri materiali. Nel 2006 è stato sottoposto ad un accurato restauro per ripararlo dai danni causati da una potentissima tromba d’aria estiva abbattutasi alcuni anni prima. All’interno della chiesa si possono trovare porzioni di dipinti alcuni molto deteriorati, si intravede, tra gli altri, l’affresco del catino absidale che raffigura le costellazioni, e un’altro in cui sono rappresentati alcuni membri della famiglia Giovo.
SACRO MONTE DI OSSUCCIO
Fa parte dei nove Sacri Monti prealpini inseriti nel 2003 dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità. Il complesso si trova su un dirupo a 419 metri sul livello del mare, di fronte all’Isola Comacina. E’ completamente isolato, circondato da campi, piantagioni e ulivi. Fin dalla romanità è attestato questo luogo come centro cultuale dedicato a Cerere che attirava grande afflusso di popolo soprattutto alle idi di settembre . Recenti scavi sotto il santuario hanno evidenziato tracce di impianto polivolumetrico tipico dei santuari pagani romani. Le quattordici cappelle, tutte costruite tra il 1635e il 1710 , a pianta centrale, sono in stile barocco impreziosite da 230 statue in stucco e terracotta, a grandezza naturale, realizzate da diversi artisti: Agostino Silva, Carlo Gaffuri e Innocenzo Torriani. I costumi delle statue riproducono fedelmente l’abbigliamento signorile e popolare degli abitanti della zona in quel tempo.
Le cappelle rappresentano i Misteri del Rosario e conducono al santuario che rappresenta la quindicesima tappa ed è dedicato all’Assunzione della Madre di Dio.
CHIESA DI SAN GIACOMO
La chiesa si può trovare nella frazione di Ossuccio, Spurano. L’edificio è composto in stile romanico risalente al XI-XII secolo e tutt’oggi ancora in ottime condizioni. Il suo interno è composto da un unica navata centrale, con affreschi sulle pareti che la adornano. Questi raffigurano il ciclo della Passione di Cristo. Sul lato destro è raffigurato un gigantesco affresco di S.Cristoforo,e si può credere che la medesima sia stata modello per la raffigurazione di Enrico II nella celebre miniatura del suo Sacramentario. La raffigurazione sarà inoltre ripresa come modello per quella analoga dipinta dall’autore delle storie di S.Cristoforo nella navata di Galliano.
FONTI
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