La cattedrale di Santa Maria Assunta, comunemente definita Duomo di Como, è senza alcun dubbio l’attrazione principale della città. E anche uno dei più importanti monumenti dell’Italia settentrionale.
E’ stata costruita nel 1396, dieci anni dopo l’inizio della costruzione del Duomo di Milano.
Ad oggi rappresenta l’ultimo monumento gotico edificato in Lombardia, nonostante la conclusione dei lavori risalga al 1770 (conclusione della cupola).
Tutt’oggi il Duomo è il terzo edifizio religioso per dimensioni della Lombardia, subito dopo il già citato Duomo di Milano e la Certosa di Pavia.
Non è un caso infatti che i cantieri di questi 3 edifici presero tutti vita intorno allo stesso periodo storico, tra il 1386 e io 1396: una significativa coincidenza.
Come si può facilmente intuire, il Duomo è definito convenzionalmente un edificio gotico o tardogotico, ma a causa del lungo periodo di gestazione della sua costruzione, ha assimilato numerose influenze e stili.
Lo si può definire un edificio eclettico: unisce gotico, stile rinascimentale e barocco.
Lungo 87 metri e alto 75, al culmine della cupola barocca progettata da Filippo Juvarra, il Duomo è sicuramente una meta da non trascurare per turisti e visitatori.
La cattedrale si pone come conguaglio tra zone del centro città e il lungo lago, non molto distante.
Oggi composta da due nuclei architettonici principali: la cattedrale vera e propria e il broletto. Da quest’ultimo si erge la torre civica, che funge da campanile, dato che il Duomo ne è sprovvisto.
Nei suoi rilievi e nelle sue statue è cosparso di simbolismi e riferimenti storici e leggendari, profondamente radicati nella tradizione comasca.
I due principali punti di interesse a livello storico, artistico e delle leggende sono la Porta della Rana e le due statue di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, situate rispettivamente ai due lati dell’entrata principale della facciata del Duomo.
Procediamo passo per passo addentrandoci tra storia e leggenda.
LA PORTA DELLA RANA
Nonostante questa porta si trovi lungo il lato settentrionale del Duomo, oggi è adibita a ingresso principale per visitatori e turisti.
Molto probabilmente per la sua spettacolarità.
Scolpita verosimilmente attorno al 1507 dai Rodari, famiglia di scultori Italo-svizzeri, la porta delle Rana assume questa denominazione a partire dalla fine del 1800.
Molte congetture e ipotesi, più o meno verosimili, stanno alla base di questa denominazione alquanto curiosa.
- La prima teoria è legata ad una serie di esondazioni del lago di Como. Secondo la leggenda, il lago sarebbe arrivato fino all’altezza di quel portale e una rana si sarebbe “pietrificata” su di esso.
- Un’altra interpretazione (molto fantasiosa) riguarda la presenza di un canonico ticinese, che riuscì a ottenere il permesso di scavare nei pressi del Duomo. Ciò perché convinto del che la rana fosse un segno legato alla presenza di un ricco tesoro al di sotto della Cattedrale. Purtroppo per lui non fu così, gli scavi si conclusero senza aver ritrovato nulla.
Dal punto di vista simbolico la rana rappresenta la metamorfosi, la trasformazione che nasce dalla necessità di un cambiamento.
Tutti i rilievi e le sculture della porta della rana sembrerebbero incentrate infatti su questo tema, concludendosi alla loro sommità con il trionfo dell’Assunta.
Purtroppo tutt’oggi il rilievo della famosa rana, sul lato sinistro dell’entrata settentrionale, è senza testa.
Nel 1912 una martellata ruppe il rilievo, lasciandolo incompleto.
Nonostante questo però la porta della rana rimane uno dei principali punti di intesse dell’edificio, tant’è che è divenuta ormai usanza accarezzare la rana prima di entrare nel duomo.
PLINIO IL GIOVANE E PLINIO IL VECCHIO
La facciata tardogotica del Duomo venne verosimilmente realizzata tra il 1447 e il 1498.
Caratterizzata da uno stile semplice e sobrio, si presenta come una classica facciata a salienti che segue e rispecchia le 3 navate interne.
Senza prolungarci su ulteriori tecnicismi, la facciata ci da la possibilità di ammirare, appena a lato dell’entrata principale del Duomo, le due famosissime statue rispettivamente di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane.
Realizzate sempre dalla famiglia Rodari, le due statue si ergono sopra due lapidi celebrative, dettate da Benedetto Giovio nel 1498.
Nonostante i due personaggi non fossero cristiani, hanno comunque una grande rilevanza per la città di Como:
- Plinio il Vecchio, filosofo, scrittore naturalista e magistrato romano nacque infatti a Como nel 29 D.C.
- Plinio il Giovane, nipote e poi figlio adottivo, nacque anch’esso a Como tra il 61 e il 62 D.C.
In clima di controriforma queste due statue non furono ben accette, in quanto rappresentavano due personaggi pagani sulla facciata di un edificio religioso cristiano, ma la resistenza dei cittadini comaschi salvò fortunatamente le due statue, trasformandole in un vero e proprio patrimonio artistico e storico da preservare.
COMO E ALTRI PUNTI D’INTERESSE
Il Duomo di Como rimane oggi l’attrazione principale della città, insieme ad altri punti di interesse tra i quali dobbiamo sicuramente inserire:
- il Tempio Voltiano,
- la Basilica di San Fedele,
- il Museo Archeologico di Como, che preserva la mummia di Isiuret risalente al IX secolo A.C.
- la Villa Olmo, risalente al XVIII secolo,
- la chiesa di Sant’Abbondio, una splendida esemplificazione di romanico lombardo.
La città di Como è certamente costellata di patrimoni artistici e storici da visitare tutti, partendo dal centro città e il suo Duomo fino ad arrivare agli splendidi giardini di Villa Olmo, attraversando così secoli di storia e arte.
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